28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini”

28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini”In piazza Marsala, a palazzo Cavalli, viene creato il centro di reclutamento della nuova brigata (è il 15 dicembre).

Molti sono gli uomini che intendono unirsi ai partigiani, ma non tutti vengono presi: selezionati per idoneità morale e fisica ricevono divise, un buon armamento individuale adatto alla guerriglia e affrontano un breve periodo di addestramento.

Alla formazione viene dato il nome di 28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini” e il comando viene affidato a Bulow, il commissario politico è Zalet, mentre Regan e Wladimiro sono i vice comandanti. Rino è capo di Stato Maggiore.

I comandanti e i commissari politici sono eletti dai partigiani stessi. La forza si avvicina alle 600 unità, ma ai comandi alleati continuano a non piacere questi Soldati del popolo, nutrono diffidenza e non vogliono che contagino i loro militari.

Quando Umberto di Savoia, in visita ufficiale a Ravenna quale Luogotenente del Regno, colpito dall’efficiente organizzazione della brigata, chiede ai partigiani che gradi avevano nel Regio Esercito e scopre che, perlopiù, erano soldati semplici resta stupito, il fenomeno Resistenza gli è ancora incomprensibile.

Democrazia” organo del CLN Il CLN provinciale, consapevole dell’importanza delle informazioni sull’andamento della guerra e su quali sono le nuove idee per il nuovo Stato, si fa editore di un suo periodico e gli dà il nome emblematico di Democrazia; il successo è immediato, tutte le copie vengono vendute.

Vi sono articoli di politici usciti dalla clandestinità, conosciuti uomini di cultura, comandanti militari che affrontano sì la lotta partigiana, ma già sostengono nuove regole di vita: in primis la sovranità popolare, dove tutto dev’essere deciso attraverso il voto che spetta a ogni persona arrivata alla maggiore età.

Pur nelle diverse componenti politiche presenti nel CLN, non ci sono né tentennamenti né indecisioni nel dire che la cooperazione deve ritornare a essere quella che precedeva il Fascismo, e che il movimento cooperativo è importantissimo per la distribuzione dei redditi tra le famiglie.

In Democrazia non manca un forte sentimento patriottico, ovvero la sottolineatura della continuità, nell’impegno sociale, con quegli altri ravennati che sono stati le Camicie rosse di Garibaldi nelle campagne per l’Unità d’Italia.

C’è, infine, la parola classe sociale; fatta sparire per più di vent’anni.

La convinzione è che se una dignità nazionale è stata riconquistata, dopo la dittatura fascista, questo lo si deve essenzialmente alla classe proletaria e agli intellettuali: sono stati gli uomini che avevano un progetto teorico, che hanno dato la prima strada politica all’impegno militare dei giovani partigiani.

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One thought on “28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini”

  1. Sto cercando, per l’Anpi genovese, la biografia del partigiano Giovanni Lo Giudice che ha militato nella brigata Mario Gordini e poi, dopo la Liberazione, è venuto ad abitare a Genova facendo il ferroviere e militando nel PCI. Vi ringrazio.

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