I muri si possono abbattere e i ponti ricostruire

I ponti sono manufatti, strutture architettoniche, opere ingegneristiche che servono agli uomini per attraversare un corso d’acqua, un tratto di mare, un profondo avvallamento del terreno.

I ponti, proprio per via della loro funzione principale, sono anche un simbolo: rappresentano la possibilità di comunicare con coloro i quali stanno dall’altra parte, sull’altra sponda. Simboleggiano la possibilità e la volontà di contatto fra chi vive situazioni diverse, a volte opposte. Contrastanti, perfino.

I Romani, maestri nell’attribuire ai termini linguistici particolari e specifici significati, attribuirono alla carica sacerdotale l’appellativo di “pontifex” (costruttore di ponti) e di “pontifex maximus” al più alto grado sacerdotale, volendo significare che a colui il quale rivestiva tali funzioni era riconosciuta un’importanza spirituale tanto grande quanto quella materiale di un ponte che permette la comunicazione ed il contato fra luoghi altrimenti irraggiungibili.

La religione cattolica, in seguito, s’impadronì di tale termine, attribuendolo addirittura al suo capo supremo, il papa. Il papa, quindi, è colui che favorisce il contatto spirituale tra la divinità e il mondo terreno e che rappresenta un ponte, una possibilità di interrelazione tra le svariate culture ed anche, soprattutto in epoca moderna, tra le diverse religioni.

Quando si inaugura l’apertura di un ponte è sempre una festa; un avvenimento di grande importanza viaria e culturale. Solitamente alla cerimonia intervengono le più alte cariche istituzionali.

E quando un ponte crolla?

Il crollo di un ponte è da sempre considerata una grande calamità, vuoi che esso sia dovuto a cause naturali, che all’intervento sciagurato dell’uomo come guerre, attentati, sabotaggi.

Chi di quel ponte si serviva si accorge, d’un tratto, che è isolato da quella parte del mondo con la quale, fino a quel frangente, intratteneva strette relazioni.

Chi l’ha percorso qualche volta nel passato va immediatamente con il ricordo a quel momento e si rende conto di quanto gli sia stato utile.

Chi non l’ha mai visto o non l’ha mai utilizzato, si rende conto che ora gli è precluso qualsiasi contato con l’altra sponda. Quella particolare sponda.

Anche i muri sono manufatti, strutture architettoniche, opere ingegneristiche che però servono, al contrario dei ponti, a dividere, separare, isolare.

I muri, proprio per via della loro funzione principale, sono anch’essi un simbolo: rappresentano l’impossibilità di comunicare con coloro i quali stanno dall’altra parte. Simboleggiano la difficoltà di contatto fra chi vive situazioni diverse.

Favoriscono l’isolamento e lo status quo sia fisico che culturale. Non permettendo i contatti rendono difficili, spesso impossibili, gli scambi e la diffusione delle cose e delle idee.

Purtroppo stiamo attraversando un periodo storico caratterizzato, tra l’altro, dalla costruzione di muri e dal crollo di ponti. Per questo è facile farsi prendere dallo sconforto e dal pessimismo, ma per fortuna sappiamo tutti che i muri si possono abbattere e i ponti ricostruire.

L’importante è che ciascuno di noi si senta, per la sua parte, un “pontifex” e non un edificatore di muri.

Danilo Varetto

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