ANPI di Alfonsine sulla chiesa di Fiumazzo e la memoria della X MAS

Mussolini-HitlerLeggendo quanto apparso a pagina 22 de Il Resto del Carlino di martedì 8 marzo, relativamente alla chiesa di S. Antonio Abate in via Fiumazzo, utilizzata nel 1945 come base infermieristica dagli uomini della X MAS che temporaneamente vi seppellirono nel cortile antistante alcuni dei loro caduti, la Segreteria dell’ANPI di Alfonsine desidera esprimere la propria posizione di netta contrarietà all’idea di un recupero a fini memoriali di quel sito, ricordando all’ing. Turchi e all’estensore dell’articolo alcune fondamentali considerazioni.

Nessuno vuole negare il diritto alla pietas cimiteriale per i caduti di quel conflitto, quand’anche considerati “dalla parte sbagliata dei valori di questa Repubblica”.

Il problema reale è che, a differenza dei veri cimiteri militari di alleati, tedeschi o italiani che sorgono in zona, quel sito non ospita più salme dall’estate del 1945.

I resti dei marò che combatterono sul Senio agli ordini dei nazisti, furono dapprima traslati nel cimitero di Alfonsine, poi ritirati dalle rispettive famiglie, senza problemi.

Il cortiletto antistante la chiesina di Fiumazzo perciò non è paragonabile ad un cimitero militare, in quanto non contiene più resti mortali.

E’ stato invece per anni meta di pellegrinaggi nostalgici ad opera di associazioni di estrema destra, che hanno asportato come reliquia anche un’anta del portone d’ingresso, su cui campeggiava la scritta “Foss’ anche la mia purché l’Italia viva” motto del Battaglione Lupo.
Sono in molti ad Alfonsine a ricordare quelle manifestazioni neofasciste, che seguivano regolarmente le convention di AN a Mirabello e che, col pretesto di deporre un fiore sulla tomba dei camerati (sepolture rimosse dal 1945 !) esibivano labari, gagliardetti e camicie nere, che sarebbero stati anche allora da sanzionare ai sensi della Legge 205/93, artt. 2 e 4.

Il confine tra rispetto cimiteriale e culto del fascismo è definito dalla realtà dei fatti: quello non è più luogo di sepolture e non vorremmo che diventasse teatro di raduni nostalgici, di cui nessuno ad Alfonsine avverte il bisogno.

L’insofferenza della stessa proprietà privata su cui si trova l’oratorio è figlia purtroppo di quelle manifestazioni.

Per ANPI Alfonsine

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