I nazisti nel tinello di casa

Di Michele Serra

Faccio una domanda non retorica, non scontata, alla quale non riesco a trovare risposta. Che fare di quel ventiduenne di Savona che progetta stragi etniche e inneggia a Breivik, che è l’assassino di quasi cento ragazzi inermi? E dei robusti suprematisti americani che assaltano il Campidoglio con la t-shirt che rende omaggio ad Auschwitz, “sei milioni non bastano”? Che fare del nazismo rinato, del suprematismo bianco armato, dell’odio genocida che non solo si riorganizza, ma ha già colpito con feroce determinazione in Europa, negli USA, in Nuova Zelanda, secondo per numero delle vittime solo al jihadismo?

Bastano le leggi, per altro poco applicate?

Basta ripetere, con effetto zero, le virtuose litanie sul rispetto, sulla democrazia, sul valore della memoria? Che volete gliene importi, di rispetto, democrazia, memoria, a uno che progetta una strage?

Non è terrorismo che ha alle spalle guerre o fughe disperate o rastrellamenti o migrazioni. È un terrorismo domestico con la pancia piena e il cervello avvelenato, che esalta lo sterminio come esito inevitabile dell’indegnità, dell’inferiorità, della non appartenenza al genere umano degli ebrei, degli africani, dei musulmani, ai quali si devono aggiungere, secondo l’aspirante stragista di Savona, anche le donne.

È patologia? In parte lo è, senza dubbio. Ma dirlo vale quanto dire che Hitler aveva avuto una giovinezza difficile. Poi ha scatenato la seconda guerra mondiale e ha organizzato il genocidio di ebrei, rom, omosessuali. Oggi, di fronte a questi nuovi Hitler da tinello, non possiamo fare finta di non sapere come andrà a finire con il modello originale.

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