di Evaristo e Berti Elisa
Nato a Conselice il 10 febbraio 1888
Meccanico; Socialista; Massimalista-Anarchico
La sua è una famiglia di “sovversivi”: il nonno è un repubblicano, il padre ed il fratello Romolo socialisti. Si distingue presto per le sue posizioni anarcosindacaliste. Partecipa alle agitazioni della “settimana rossa”.
Durante la prima guerra mondiale svolge una notevole attività antimilitarista, favorendo anche la diserzione dei giovani chiamati alle armi. Il 18 gennaio 1918 viene spiccato mandato di cattura nei suoi confronti dal Tribunale di guerra di Milano “perché imputato di favoreggiamento e subordinazione alla diserzione”.
Mentre è detenuto muoiono di “spagnola” la compagna Maria Bernardi, simpatizzante anarchica, e la figlia di pochi anni.
Viene rilasciato alla fine del conflitto e riprende l’attività militante.
Nel 1929 si reca clandestinamente in Francia; mentre la sua nuova compagna Maria Linari e il figlio Nullo erano già emigrati in Francia, a Tolosa. Nel maggio 1932 si trasferisce definitivamente a Perpignano e aiuta in tutti i modi gli antifascisti in esilio o di passaggio per la Spagna. Con l’inizio della Guerra di Spagna Perpignano diventa il principale centro francese di smistamento dei volontari provenienti da tutto il mondo. Pasotti è tra i principali artefici di tale organizzazione, in stretto contatto con Carlo Rosselli e Camillo Berneri.
Mantiene collegamenti con la Federazione anarchica iberica e gli anarchici francesi e svizzeri; riceve in casa propria gli anarchici che vanno e vengono dalla Spagna; egli si occupa anche del traffico delle armi.
Continua a recarsi spesso in Spagna in bicicletta, percorrendo centinaia di chilometri al giorno. Il Ministero degli Affari Esteri italiano lo considera il capo. A metà del 1938 grazie all’aiuto degli anarchici di Marsiglia, Pasotti si rifugia con la famiglia a Tunisi. Il 15 aprile 1939 è arrestato perché sospettato di aver partecipato all’attentato contro il dopolavoro fascista di Bab El Khadra, ma in breve viene rilasciato.
Nel 1943 si trasferisce in Algeria arruolandosi, all’età di 55 anni, nei “Corps Francs” britannici rifiutandosi però di portare armi per coerenza ai suoi principi antimilitaristi; viene impiegato come intendente e cuoco del gruppo dei volontari italiani. Rientra in Italia verso la metà del 1946 andando a risiedere a Villadossola (NO).
All’inizio del 1948 si trasferisce a Pontelagoscuro (FE), ma le sue speranze di rinascita del movimento libertario restano deluse sia a livello politico che sindacale.
Torna a Tunisi dove muore il 21 aprile 1951.