SCIOGLIERE FORZA NUOVA ALTRO CHE «VALUTARE LE MODALITÀ»

“SCIOGLIERE FORZA NUOVA ALTRO CHE «VALUTARE LE MODALITÀ»”

(dal quotidiano il manifesto del 22 ottobre 2021)

Come si fa ad essere pienamente soddisfatti dell’ordine del giorno approvato ieri in Senato a proposito dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste? Esso impegna il governo “a valutare le modalità per dar seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del partito fascista”.

Valutare le modalità? La legge Scelba prevede che, ove non vi sia ancora una sentenza che abbia accertato la riorganizzazione del partito fascista, “nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell’articolo 1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge”. Non si tratta quindi di “valutare le modalità”, cosa che fra l’altro il governo sta già facendo, ma di impegnare il governo allo scioglimento, data l’evidenza del caso straordinario di necessità e urgenza nella fattispecie dell’assalto alla sede della Cgil nazionale e del Pronto Soccorso.

Fra l’altro da anni avvengono aggressioni e violenze da parte di membri di Forza Nuova e più in generale delle organizzazioni neofasciste. Ci sono tutti i presupposti di legge (art.1 della legge Scelba) per intervenire tramite decreto, e cioè la matrice fascista, l’uso sistematico della violenza, il pericolo effettivo per la democrazia, la ragione eversiva. In presenza di tali presupposti non c’è solo il potere, ma – mi pare – anche il dovere del governo di sciogliere l’organizzazione neofascista, perché l’urgenza dell’intervento non consente di attendere i tempi della giustizia penale.

Sono inoltre francamente stupito della non partecipazione al voto del centrosinistra, con l’eccezione di Leu, sull’odg del centrodestra che attribuirebbe alla legge Scelba un potere di scioglimento nei confronti – come si legge nel testo del centrodestra – di “movimenti di ogni ispirazione politica che esaltano la violenza come metodo di lotta politica”, ignorando che il titolo della legge è “Norme di attuazione della XII Disposizione transitoria e finale” che si riferisce esclusivamente al partito fascista. E questo per l’ovvio motivo che l’Italia ha subito un ventennio di sangue, di guerra e di dittatura a causa del fascismo. Altra cosa è, nella mozione del centrodestra, la giusta citazione dell’art. 270 del Codice penale che sanziona ogni associazione sovversiva. Il punto, però, è che nella mozione del centrodestra si “bilancia” l’aggressione alla sede Cgil, ridotta per di più ad “alcune decine di individui”, con l’elenco di cinque circostanze di disordini, veri o presunti, riconducibili all’area cosiddetta antagonista, senza alcun accenno alle centinaia di episodi di violenza da parte di neofascisti, neonazisti, razzisti che da tempo si susseguono nel nostro Paese, e che l’Anpi ha da più di due anni segnalato alla Procura della Repubblica con un
apposito esposto e con tanto di allegati. La mozione del centrodestra non vede ciò che è sotto gli occhi di tutti nelle forme più diverse: dalle aggressioni fisiche alla insistita apologia del fascismo da parte di personaggi non solo da cabaret – persino il falconiere della Lazio che saluta col saluto romano! – ma anche delle istituzioni, come consiglieri comunali e assessori regionali, per non parlare del verminaio messo in luce dall’inchiesta Fanpage.

L’odg del centrodestra, detto in due parole, sembra dia un colpo al cerchio ed uno alla botte, senza una esplicita, chiara e specifica assunzione di responsabilità nei confronti del neofascismo. Ciò che si rifiuta è il riconoscimento esplicito e definitivo che il pericolo reale per la democrazia oggi è costituito da fascismi, nazismi, razzismi e nazionalismi. Un’altra buona occasione persa dalla destra italiana. Ed allora, perché il centrosinistra non ha partecipato al voto?

Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi

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